Nel
1882, a seguito di una disposizione ,governativa,
che vietava l'uso di teatri costruiti in legno,
a Rieti venne chiuso il teatro dei Condomini.
Dopo undici anni di silenzio, il 20 settembre
1893, tornava a Rieti la
grande lirica: si rappresentavano Cavalleria
Rusticana e Faust.
L'idea di costruire un teatro più sicuro
e confortevole era nata nel 1838. La "bella
impresa" però non riuscì
a prendere quota fino al 16 dicembre 1883,
quando fu posta la prima pietra. I lavori
andavano per le lunghe, l'impegno economico
era sostanzioso. La soluzione si profilò
con la partecipazione della Cassa di Risparmio
cittadina. Il progetto fu affìdato
ad Achille Sfondrini che aveva "già
realizzato il Costanzo di Roma. Il nuovo teatro
ebbe il nome di un illustre figlio della terra
sabina, l'imperatore Flavio Vespasiano. Cinque
anni di attività e poi la tragedia:
nel 1898 un terribile terremoto procura danni
irreparabili all'edificio. La bella cupola
dipinta da Giacomo Casa non è restaurabile
e il Comune affida a Giulio Rolland la ridipintura.
Lavoro impegnativo, quello dell'artista, per
le difficoltà oggettive della resa
prospettica, giocata sul difficoltoso andamento
della volta. Si
trattava di modulare paesaggio e personaggi
in movimento su un fondo architettonico concavo,
dove tutte le normali prospettive sono falsate.
L'occhio dello spettatore è attratto
dalle parti narrative di un corteo che celebra
il tema del trionfo di Tito e Flavio a Roma
dopo la conquista di Gerusalemme. Lo sfondo
si nutre delle possenti architetture della
Roma Imperiale, e ben si evidenzia l'Arco
di Tito, sotto il quale scorrono soldati,
prigionieri, trofei e insegne. Spicca la quadriga
con gli imperatori e ovunque è percepibile
la profondità della pittura così
come il candelabro a sette bracci, simbolo
della cultura religiosa ebraica. L'atrio fu
invece decorato da Antonino Calcagnadoro con
cinque figure raffiguranti i generi teatrali.
Al soffitto lavorò Guglielmo Ballester
che rappresentò l'allegoria della Musica.
Nell'atrio sono stati poi aggiunti targhe
e busti a ricordo della presenza di grandi
artisti in questo teatro.
Il teatro Flavio Vespasiano si presenta
con una platea divisa in due settori con circa
duecentoquaranta posti, seguono tre ordini
di palchi, ventidue per piano, in alto il
loggione, un tempo con oltre cento posti,
oggi ridotti a poco più di trenta per
le nuove norme di sicurezza. Lungo i balconi
dei palchetti sono raffigurati in eleganti
stucchi i più insigni musicisti tra
putti e fini decorazioni. Particolarità
del Flavio Vespasiano è certamente
la straordinaria acustica, non a caso, Uto
Ughi ha stabilito che la prima edizione
del premio nazionale per l'acustica sia destinato
proprio al nostro teatro.
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